Negli ambienti della produzione cinematografica indipendente, i limiti di budget e le risorse spesso determinano scelte che, per le grandi case di produzione, sono impensabili. La narrazione, così come la realizzazione tecnica e artistica, subisce inevitabilmente un’erosione che può in alcuni casi schiacciare l’ambizione creativa. Tuttavia, la diffusione di strumenti all’avanguardia quali l’intelligenza artificiale sta aprendo un varco inatteso, consentendo a cineasti e creativi più modesti di esprimersi e di dar vita a progetti fino a qualche anno fa impensabili.
Il cortometraggio "Dalla nebbia ai colori", ideato e realizzato dal regista indipendente Stefano Terraglia, rappresenta un esempio emblematico di questa rivoluzione silenziosa. La produzione, ambientata nel XIX secolo e tratta da un racconto della poetessa Eleonora Betti, indicava la necessità di realizzare scene in costume con ambientazioni d’epoca, attori e costumi sofisticati. Una produzione di tale portata, tuttavia, si scontra con barriere economiche di altezza insormontabile per il regista, il quale si è trovato a confrontarsi con costi proibitivi in termini di location, costumistica e attorialità professionale.
Arrivato a un bivio, Terraglia ha deciso di affidarsi alle potenzialità dell’intelligenza artificiale, creando con questa tecnologia un universo visivo che, seppur ancora limitato rispetto alla perfezione desiderata, ha consentito di materializzare la propria visione in modo immediato e meno dispendioso. La scelta di puntare sull’IA rappresenta una risposta concreta alle restrizioni di un settore che vede il suo sviluppo più spesso soffocato dai costi elevati di produzioni tradizionali in costume e con personaggi dal forte impatto visivo.
Il ricorso all’intelligenza artificiale nel settore audiovisivo viene spesso accompagnato da un dibattito acceso, avvicinando da un lato i sostenitori di una nuova frontiera artistica e dall’altro i critici preoccupati per la perdita di posti di lavoro e per la possibile morte del cinema tradizionale. Uno degli aspetti più controversi riguarda il valore e l’autenticità delle immagini generate dal digitale, che, seppur efficaci nel trasmettere atmosfere e ambientazioni, non possiedono la stessa empatia umana veicolata dal coinvolgimento diretto di attori e registi. La voce di esperti come il giornalista specializzato in tecnologia e cultura, Mark Harris, si fa sentire più chiaramente nel sottolineare che questa tecnologia può essere vista come "uno strumento di espansione e democratizzazione del racconto visivo, ma rischia di rendere meno umani i processi creativi e di radicare una percezione distorta di ciò che il cinema intende comunicare".
Le immagini generate artificialmente sono ormai riconoscibili come figure digitali, prive di quell’unicità che contraddistingue un attore o un’attrice in carne e ossa. Tuttavia, questa differenza non si traduce necessariamente in un elemento negativo. Al contrario, la creazione di personaggi sintetici con un'identità visiva riconoscibile si inserisce in un filone in crescita, come già avviene nell’ambito dell’animazione digitale e dei personaggi virtuali impiegati in pubblicità e videogiochi. “Per molti versi,” ricorda un ricercatore presso il Media Lab del Massachusetts Institute of Technology, “questa evoluzione potrebbe portare a un nuovo paradigma narrativo, in cui le storie sono raccontate da personaggi che, pur essendo prodotti artificiali, sono capaci di sviluppare caratteristiche e caratteristiche riconoscibili, creando così nuove forme di interazione e empatia con il pubblico”.
"Dalla nebbia ai colori" diventa così un esempio di come questa tecnologia possa essere equipaggiata con un’originalità che supera la mera riproduzione di immagini statiche. Terraglia ha descritto l’utilizzo dell’intelligenza artificiale come una vera e propria integrazione di strumenti, più che una sostituzione, finalizzata a superare i limiti imposti dalle risorse limitate. La narrazione visiva creata con le piattaforme di generazione video, alla fine, si integra con l’arte del racconto e con il messaggio emozionale, dando vita a un prodotto che, seppur non perfetto, possiede un carattere innovativo e autentico.
Le piattaforme di generazione video tramite prompt, come DALL·E, Midjourney o Runway ML, richiedono crediti o abbonamenti, e non di rado producono risultati che richiedono successivi interventi di editing o di rigenerazione per raggiungere un livello di qualità soddisfacente. La complessità delle scene con elementi come cavalli in corsa o ambientazioni dettagliate rende ancora difficile ottenere un’immagine convincente senza interventi umani di perfezionamento. La qualità crescente di queste tecnologie indica, tuttavia, un percorso di miglioramento continuo, alimentato da un crescente interesse e investimento nel settore.
Investimenti e statistiche confermano questa tendenza. Secondo un rapporto di PwC del 2022, il mercato globale dell’AI per i media e l’intrattenimento si prevede crescerà a un tasso annuo composto del 25%, raggiungendo circa 14 miliardi di dollari entro il 2027. La capacità di ridurre i costi di pre-produzione e post-produzione, oltre a facilitare la sperimentazione di stili visuali innovativi, rende questa tecnologia particolarmente interessante nel settore delle produzioni indipendenti e nella sperimentazione artistica. L’uso dell’intelligenza artificiale come strumento di creazione diventa anche un’opportunità per artisti emergenti, che trovano nelle risorse digitali un alleato per dare forma alle proprie visioni senza dover affrontare barriere finanziarie insormontabili.
Va sottolineato che questa trasformazione tecnologica si inserisce in un quadro più ampio di mutamenti culturali destinati a rivoluzionare l’intera filiera cinematografica: dai processi di sceneggiatura, alla realizzazione delle immagini, fino alla distribuzione e alla fruizione. Si assiste alla crescita di un “cinema ibrido”, in cui le immagini generate dall’IA si sposano con le riprese dal vivo, dando vita a un’inedita fusione tra realtà e finzione che permette di ricreare ambientazioni storiche, futuristiche o fantastici senza la necessità di costose riprese sul campo. La tecnologia, spinta dall’innovazione, permette di ricostruire scenari e ambientazioni che difficilmente sarebbero sostenibili economicamente con le tecniche tradizionali, contribuendo così a una maggiore accessibilità alla creazione audiovisiva e ad una moltiplicazione di contenuti diversificati.
Il mondo del cinema indipendente si trova davanti a un bivio, prontamente indirizzato da questa serie di strumenti innovativi. La questione, tuttavia, rimane aperta e si complica di fronte alla saggezza e alla sensibilità artistica dei creativi. La contrapposizione tra l’autenticità dell’espressione umana e l’efficacia visiva della computer-generated imagery (CGI) artificiale invita a un dibattito che sarà destinato a protrarsi nel tempo, alimentato dai continui aggiornamenti delle tecnologie e dai nuovi modi di narrare.
Nel suo intervento, Terraglia ha sottolineato come l’utilizzo dell’intelligenza artificiale non intende sostituire i mezzi tradizionali, ma rappresentare una “opportunità per dare vita a un progetto che altrimenti sarebbe rimasto nel cassetto”. Ugualmente, esperti e studiosi concordano sul fatto che questa rivoluzione digitale può ed oggi deve essere accompagnata da una riflessione etica, circa le implicazioni di un fronte in cui le immagini e le storie non sono più semplicemente catturate, ma anche generate attraverso algoritmi complessi.
Siamo in una fase di transizione che potrebbe delineare le nuove possibilità della narrazione audiovisiva, nel rispetto di un equilibrio tra innovazione tecnica e umanità artistica. La speranza è che sviluppi futuri migliorino la qualità e la capacità di interpretazione di questi strumenti, rendendoli sempre più integrati e complementari ai metodi tradizionali. La strada è tutta da tracciare, ma la direzione pare ormai chiaramente indicata: l’intelligenza artificiale rappresenta più un’opportunità che una minaccia, purché venga governata con sapienza e consapevolezza, nel rispetto dell’unicità di ogni forma di espressione umana.