venerdì 26 luglio 2024

Disuguaglianza e libertà: il mito della meritocrazia e l'enigma del consenso

Non esiste la libertà se non c'è una quota adeguata di uguaglianza. Nel 2021, la pandemia ha accentuato le disuguaglianze: l'1% della popolazione più ricca ha accaparrato il 63% dell'incremento globale della ricchezza, concentrato principalmente nei settori energetico e alimentare. La Banca Mondiale descrive questo fenomeno come l'aumento più grande della disuguaglianza del dopoguerra. Se la disuguaglianza cresce, non esiste libertà. Cos'è l'enigma del consenso? Se i ricchi diventano sempre più ricchi e sono sempre di meno, mentre i poveri diventano sempre più poveri e sono sempre di più, perché non si ribellano? La psicologia sociale parla di miti di legittimazione, il più potente dei quali è il mito della meritocrazia. Pensare che coloro che dominano economicamente e politicamente se lo meritano è un pensiero da schiavi. L'idea di merito ha un successo straordinario perché è socialmente utile. Chi sta in alto, chi è ricco, tace la propria coscienza dicendo che i poveri sono pigri, arrivando fino alla deumanizzazione. Il mito della meritocrazia funziona anche per i poveri, riducendo la loro frustrazione: alla fine, pensano di essersi meritati il loro posto. Nel 2006, al primo Festival dell'Economia a Trento, il grande economista Anthony Atkinson disse che la libertà richiede l'accesso a una quota adeguata di risorse che preservi dall'esclusione sociale. Se la disuguaglianza aumenta, la libertà non esiste. L'esercizio della libertà richiede solidarietà, sia all'interno degli stati che tra stati. In quell'occasione, Atkinson usò un'immagine efficace: in una processione ideale in cui le persone fossero ordinate per altezza proporzionale alla loro ricchezza, il 17% degli italiani avrebbe dovuto camminare a testa in giù per quanto erano poveri. Nel contesto italiano del 2006, Berlusconi avrebbe dovuto mettersi disteso per coprire la distanza da Trento a Verona, un'immagine che evidenziava la sproporzione della ricchezza. Dal 2006, la disuguaglianza è aumentata, con due crisi finanziarie che l'hanno aggravata. L'ultimo rapporto di Oxfam Italia, "La disuguaglianza non conosce crisi", evidenzia che nel biennio 2021-2022, l'1% più ricco ha assorbito il 63% dell'incremento della ricchezza globale. La disuguaglianza legata ai settori energetico e alimentare fa sì che 820 milioni di persone soffrano la fame, con un aumento della disuguaglianza mai visto dal dopoguerra. La psicologia sociale si interroga sul perché i poveri non si ribellano, rispondendo che esistono meccanismi di consenso basati su miti di legittimazione, come il mito della meritocrazia. Questo mito è funzionale al sistema perché chi è ricco può giustificare la propria posizione, mentre i poveri riducono la propria frustrazione accettando la propria condizione come meritata. Tuttavia, il merito è una parola potente, utilizzata per giustificare disuguaglianze strutturali. Gli inglesi parlano di working class, middle class e upper class, suggerendo una mobilità sociale che non esiste realmente. La meritocrazia, nel suo senso confuso, è socialmente utile perché aiuta a tacitare le coscienze e a giustificare la disuguaglianza. Le parole hanno un potere enorme: cambiare "tassa di successione" in "tassa di morte" ha permesso di eliminare una tassa sui patrimoni elevati, mostrando come il linguaggio possa influenzare la percezione pubblica. Nella nostra Costituzione, l'articolo 34 parla del diritto allo studio, garantendo che anche chi non ha mezzi possa studiare, ma i finanziamenti per il diritto allo studio sono stati ridotti nel tempo. La scuola è il più grande strumento di uguaglianza, ma deve affrontare sfide continue. Le parole guidano la nostra comprensione della realtà e possono creare o distruggere opportunità. La cultura è lo strumento principale per uscire dalla disuguaglianza, ma senza una quota adeguata di risorse, non c'è libertà. Le tre parole della Rivoluzione francese, liberté, égalité, fraternité, rimangono fondamentali, ma la fraternità è la nuova frontiera dell'umanità, come ha affermato Papa Francesco. Senza fraternità, non possiamo affrontare le disuguaglianze e costruire una società giusta. La fratellanza è un'esperienza di condivisione e di limite, un concetto che va oltre la semplice uguaglianza e libertà. Il valore della fratellanza è essenziale per cambiare il mondo, un passo alla volta, attraverso azioni politiche che migliorano la società e attraverso gesti di umanità che fanno la differenza.

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