Dario Fabbri ci guida attraverso un'analisi approfondita della situazione americana contemporanea, delineando quattro fattori principali che contribuiscono alla depressione degli Stati Uniti: delusione profonda, fatica intensa, schizofrenia culturale e senso di minaccia interna. Questi fattori emergono dalla scoperta che l'americanizzazione del mondo non è stata accolta come previsto, generando un dibattito interno su come procedere. Alcuni americani pensano che sia giunto il momento di abbandonare l'impero e chiedere scusa al mondo, puntando sulla qualità della vita.
La cosiddetta ideologia del Wok e la cultura della cancellazione derivano da questo desiderio di scuse e rinnovamento, ma potrebbero portare a un collasso interno se le due Americhe, reagendo in maniera opposta, continueranno a scontrarsi. Il mondo non riconosce più gli Stati Uniti come un unico blocco, ma come una nazione divisa e complessa.
Gli Stati Uniti, un tempo visti come la mamma o il papà dell'Occidente, sono oggi il nostro punto di riferimento strategico. Tuttavia, l'America che vediamo è in una fase critica, complicata dalle elezioni presidenziali e dalle crescenti tensioni interne. Comprendere questa fase è cruciale per le nostre vite quotidiane, poiché le decisioni americane influenzano direttamente le nostre esistenze. Non è un argomento astratto, ma una questione di storia viva e geopolitica umana.
Utilizzando l'esempio della Russia, Fabbri sottolinea come valutiamo spesso altre nazioni con categorie che non riconoscono. Gli americani hanno cercato di mantenere un ordine egemonico globale, un compito impossibile dato l'enorme crescita demografica mondiale. Questo sforzo ha portato alla depressione quando hanno realizzato che il mondo non desiderava essere americanizzato.
Le guerre al terrorismo nei primi anni 2000 hanno ulteriormente evidenziato questa disconnessione, con soldati americani che si aspettavano di essere accolti come liberatori, ma che invece hanno trovato resistenza e incomprensione. La visione degli americani come salvatori non corrispondeva alla realtà sul campo.
La Russia viene spesso giudicata con criteri occidentali, ma le categorie usate per valutarla non hanno valore per i russi, che non si riconoscono in queste misure. Gli Stati Uniti, pur essendo ancora la prima potenza del pianeta, si trovano in difficoltà nel mantenere il controllo globale da soli, una situazione che ha contribuito alla loro attuale depressione.
Gli Stati Uniti sono un impero con un ordine egemonico in testa, ma il divario tra la loro auto-rappresentazione e la realtà ha generato un malessere profondo. Durante la guerra al terrorismo, gli americani hanno capito che il mondo non desiderava essere americanizzato, portando a una crisi di identità e depressione. La percezione del mondo non corrispondeva alla realtà sul campo, e questo ha portato a un malessere che si è acuito negli ultimi anni.
Le tensioni interne sono evidenti, con una divisione tra le coste, che tendono verso il post-storicismo e la qualità della vita, e l'entroterra, che si sente minacciato dagli immigrati e dalla perdita di potere. Gli Stati Uniti, da sempre un paese di immigrati, vedono oggi una crescita degli ispanici, una dinamica che spaventa la popolazione bianca anglo-germanica.
Questa paura si riflette nelle politiche di figure come Trump, che ha capitalizzato sul malcontento di una parte della popolazione americana. La retorica di Trump non è nuova, ma riflette un sentimento diffuso di insicurezza e resistenza al cambiamento demografico e culturale. Gli americani si sentono minacciati all'interno della propria nazione, una situazione che esacerba la loro depressione.
Le due Americhe, divise tra le coste e l'entroterra, reagiscono alla depressione in modi opposti, generando scontri interni. La costa atlantica e quella pacifica si identificano con una visione più simile a quella dell'Europa occidentale, puntando sulla qualità della vita e la fine della storia. Al contrario, l'entroterra vede gli immigrati come una minaccia al loro stile di vita e potere interno.
Il malessere americano è profondo e complesso, con implicazioni globali. La percezione del potere e la realtà si scontrano, generando una crisi di identità e una profonda depressione. Gli Stati Uniti sono un impero in crisi, e il loro futuro è incerto. Dario Fabbri ci invita a riflettere su queste dinamiche, cruciali per comprendere non solo il presente americano, ma anche il nostro ruolo nel mondo influenzato da queste dinamiche.