Il sindaco di Pisa, Michele Conti, ha espresso il suo profondo disappunto per gli eventi, sottolineando l'importanza della libertà di espressione e la necessità di risolvere le dispute in modo pacifico e dialogante. Anche il presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani, ha manifestato la sua inaccettabilità verso l'uso della violenza contro i giovani che manifestano pacificamente.
Le istituzioni accademiche, come la Scuola Normale Superiore e la Scuola Superiore Sant'Anna, hanno dichiarato di essere profondamente turbate dagli eventi, esprimendo solidarietà verso gli studenti e ribadendo l'inammissibilità della violenza come risposta alla manifestazione pacifica delle idee.
Stefano Bandecchi, segretario di Alternativa Popolare e sindaco di Terni, ha commentato che le immagini di studenti trattati come pericolosi assalitori sono sconvolgenti, sottolineando l'importanza del dialogo e dell'ascolto rispetto all'uso della forza.
Testimonianze dirette dai docenti del Liceo artistico Russoli di Pisa hanno descritto la carica della polizia come inaudita violenza, con studenti feriti e traumatizzati, evidenziando l'assenza di dialogo o tentativi di mediazione da parte delle forze dell'ordine prima dell'escalation.
Questi eventi sollevano interrogativi profondi sull'uso della forza nelle società democratiche e sull'importanza dell'educazione, del dialogo e della comprensione reciproca come strumenti per la gestione dei conflitti. La risposta istituzionale e civica suggerisce un forte desiderio di riconsiderare come le manifestazioni pacifiche debbano essere gestite, ponendo l'accento sulla necessità di ascoltare e comprendere le preoccupazioni dei giovani, piuttosto che reprimere espressioni di dissenso. La democrazia si fonda sull'espressione libera e pacifica delle idee, e ogni azione che sembra compromettere questo principio fondamentale invita a una riflessione critica sulle modalità con cui la società sceglie di risolvere i suoi conflitti interni.