Innanzitutto, bisogna dire che l'Italia è uno dei paesi europei più vulnerabili ai cambiamenti climatici, sia per la sua posizione geografica che per la sua conformazione territoriale. L'Italia è infatti esposta a diversi rischi climatici, tra cui:
- Ondate di calore e siccità: secondo uno studio dell'ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale), le ondate di calore in Italia sono aumentate sia in frequenza che in intensità negli ultimi decenni, con effetti negativi sulla salute umana, sull'agricoltura e sull'ecosistema. La siccità è invece un fenomeno che colpisce soprattutto il Sud Italia e le isole, dove si registra una riduzione delle precipitazioni e una maggiore evaporazione dell'acqua. Questo comporta una minore disponibilità di risorse idriche per l'irrigazione, il consumo domestico e la produzione di energia elettrica.
- Inondazioni e frane: l'Italia è anche soggetta a eventi meteorologici estremi, come piogge intense e temporali violenti, che provocano alluvioni e frane. Questi fenomeni sono favoriti dall'aumento della temperatura atmosferica, che rende l'aria più umida e instabile. Le inondazioni e le frane causano danni ingenti alle infrastrutture, alle abitazioni, alle attività economiche e all'ambiente.
- Innalzamento del livello del mare: un altro effetto dei cambiamenti climatici è l'innalzamento del livello del mare, dovuto alla dilatazione termica dell'acqua e allo scioglimento dei ghiacciai e delle calotte polari. L'Italia è particolarmente esposta a questo rischio, in quanto ha una lunga costa (oltre 7.000 km) e numerose città costiere. L'innalzamento del livello del mare può provocare erosione costiera, salinizzazione delle falde acquifere, perdita di biodiversità marina e costiera e aumento del rischio di inondazioni.