Ecco cosa ci dicono dal canale YouTube MEDIAINAF TV a proposito di un neutrino arrivato da molto lontano:
L’osservatorio per neutrini IceCube al Polo sud ha rilevato un neutrino cosmico che, per la prima volta, è stato collegato alla distruzione di una stella da parte di un buco nero. IceCube è composto da una rete di fotomoltiplicatori immersi in un chilometro cubo di ghiaccio, ed è progettato per rilevare i neutrini, detti “particelle fantasma” poiché per la maggior parte non interagiscono affatto con la materia circostante, tanto da trapassare la Terra come se fosse trasparente. Il 1 ottobre 2019 un neutrino di altissima energia si è scontrato con una molecola del ghiaccio attorno ad IceCube, generando una scia luminosa che ne ha indicato con grande precisione la direzione di provenienza, grazie al fatto che i neutrini viaggiano dritti nel cosmo, senza deviazioni. Secondo le successive analisi, la fonte di provenienza del neutrino sarebbe l’episodio di disgregazione mareale di una stella a 700 milioni di anni luce, evento registrato da un telescopio robotico statunitense sei mesi prima. Ma com’è possibile? Gli scienziati ritengono che in un’anonima galassia localizzabile verso la costellazione del Delfino, dove risiede un buco nero da 30 milioni di masse solari, una stella si sia avvicinata a tal punto al buco nero da esserne distrutta. Quello che succede è che prima la forza gravitazionale stira la stella, poi la polverizza totalmente. Metà dei detriti stellari vengono dispersi nello spazio, ma la parte restante forma un disco di materia in rapida rotazione attorno al buco nero, un vortice rovente che alimenta il buco nero e che emette radiazione rilevabile dai telescopi a diverse lunghezze d’onda. Perpendicolarmente al disco si creano due forti getti di materia in direzioni opposte. Un sistema che funziona come un potentissimo acceleratore di particelle naturale, molto più potente di quelli costruiti sulla terra. Proprio da questa catapulta cosmica, sei mesi dopo la distruzione della stella, sarebbe stato proiettato il neutrino che, viaggiando nell’universo per 700 milioni di anni, sarebbe poi finito nelle gelida rete di IceCube. Come si accennava, questa è la prima volta che un evento di distruzione mareale viene osservato sia tramite onde elettromagnetiche che con i neutrini, fornendo informazioni preziose su come possano funzionare questi acceleratori di particelle naturali di dimensioni colossali. Cit (MEDIAINAF TV)