Siamo ancora agli albori, le stampanti 3D sono ancora in epoca embrionale, anche se i primi risultati già si vedono. Macchine ancora piuttosto ostiche da assemblare e molto lente nella stampa, ma non eccessivamente proibitive. I modelli consumer lavorano abbastanza bene, stampando da un filamento ottenuto da un prodotto che si scioglie a temperature elevate. Si tratta di materiali plastici o resinosi, dai quali vengono creati degli oggetti partendo da un modello 3D precedentemente disegnato attraverso software di modellamento. Per il momento i prodotti finiti ricavati da macchine non professionali sono piuttosto grezzi, ma il progresso tecnologico che ruota intorno a queste innovazioni è crescente. La stampa 3D potrebbe rivoluzionare il sistema di produzione in serie, creando una vero e proprio mercato di prodotti generati su richiesta, anche nel caso di poche copie o addirittura di una sola copia. Lo sviluppo della stampa 3d potrebbe allargarsi anche ad altri materiali plastici, potrebbe interessare il vetro, il metallo, la pietra, tutto dipenderà dalla potenza della stampante e dal sistema di stampa. Momentaneamente le stampanti operano sciogliendo un materiale resinoso o plastico e tramite una tecnica di stratificazione progressiva, generano il prodotto finito che si solidifica immediatamente. In altri casi, alcune stampanti 3d di dimensioni enormi, riescono a sovrapporre progressivamente il calcestruzzo dando origine a costruzioni edili.
Con l'andare del tempo è molto probabile che alcune di queste stampanti, chiaramente perfezionate dalla tecnologia futura, trovino posto accanto al nostro forno a microonde, pronte a contribuire alla manutenzione domestica. Pensate ad un'introvabile incastro del mobile della cucina deteriorato dal tempo o ad un tassello smarrito, un coperchio, una maniglia, un manico. Se poi iniziassimo a concepire la stampa 3d su metalli, si aprirebbe un mondo: viti, bulloni, ingranaggi, ganci, molle e così via. Un vero e proprio negozio di accessori e ricambi direttamente a casa nostra.
Le stampanti più complesse troverebbero posto all'interno di attività commerciali, dal piccolo negozio artigianale che stamperà oggettistica varia, soprammobili, decorazioni al grande magazzino che, con stampanti industriali, sarà capace di stampare i pneumatici della nostra auto, oppure porte, mobili, finestre, insomma... di tutto. La cosa più interessante è che ogni pezzo potrebbe partire da un modello 3D collaudato, ma rivestito o decorato a seconda delle nostre scelte. Ognuno avrebbe un prodotto personalizzato, che con il tempo potrebbe assumere un valore unico, talvolta artistico, proprio come avviene nella scultura. La pratica della progettazione in 3D potrebbe diventare una vera e propria professione, passione o semplicemente necessità. Un ipotetico sviluppo di applicazioni semplificate per tutti potrebbe far nascere una rete di modelli e progetti 3D da stampare, condivisibili, commerciabili o semplicemente unici.
Se sono andato un po' in la con la fantasia è probabile, ma verso questa fantascientifica probabilità potrebbe nascere una nuova era, la costruzione al bisogno, che sia di pura necessità o semplicemente di puro piacere. Resteranno operative le industrie di produzione delle materie prime e l'industria estrattiva, che dovranno adeguare la risorsa primaria prevalentemente per la stampa 3D. Bello sarebbe se ogni materiale potesse essere predisposto per il riciclo, magari direttamente dalla stampante, al fine di dare forma a nuovi oggetti patendo da quelli che non servono più. Inquineranno? Molto meno dell'attuale sistema industriale, produrranno soltanto al bisogno, un concetto dove l'invenduto non esisterà più.
Stefano Terraglia