E' il 19 di agosto, la città è quasi vuota e quelle persone rimaste oggi sono forse tutte lì.
La maggior parte dei negozi avevano già abbassato i bandoni per le ferie, ma quelli ancora aperti li hanno abbassati per lasciarlo passare in silenzio.
Dai balconi dei palazzi quasi vuoti, la gente si sporge per un simbolico abbraccio.
Strade chiuse, viavai di persone dall'interno della chiesa alla strada.
Sguardi attoniti, persi nel vuoto che osservano in silenzio tra lacrime e sudore in una giornata calda e afosa.
Gente di ogni età, quelli che lo conoscevano e quelli che si sentivano parte del suo quartiere e della sua città, quelli che non comprenderanno mai nessun perché di questa assurda vicenda.
Tra il silenzio, lo scricchiolio della plastica delle bottiglie d'acqua fornite da alcuni volontari e l'alternarsi di un mugolio e l'abbaio di un cane si celebra la funzione.
Non si sentono rumori di macchine né di motori, solo il lieve e bellissimo canto che proviene dalla chiesa.
Il carro, i fiori, gli applausi e i palloncini bianchi aspettano l'arrivo di quella bara.
Prima un palloncino e a seguire un altro sono volati in cielo scappati dal “gruppo” senza aspettare di essere ripresi dalle telecamere.
Eccolo...prende quel posto che l'ira e l'indifferenza gli hanno riservato.
Adesso i palloncini bianchi sono tutti uniti in un volo nel cielo a indicargli la via.
Questo è stato il funerale di Niccolò, proviamo a concepirlo con la fantasia senza bisogno di immagini.
Forse...se l'impulso al riprendere tutto e comunque fosse venuto meno e avesse prevalso il senso di difesa, di unione e di rispetto, oggi sarebbe stata una giornata d'agosto come tante calda e afosa a Casellina anche per lui.
Alessandra Lombardi