Quest’anno lo faremo con lo sciopero nazionale, giusto festeggiamento a mio avviso per questa ricorrenza, rispetta le origini e la propria natura, ricordando le dure lotte per i diritti che nel tempo ci siamo conquistate.
Per non dimenticare le offese subite, le lotte per il diritto al voto, quelle per migliorare le nostre condizioni lavorative, per avere un salario dignitoso, per essere rispettate dal mondo e da tutti.
Nel ricordo di donne stuprate, uccise, maltrattate, oppresse e minacciate.
Per ricordare donne rinchiuse in disumane strutture per la propria diversità o per la voglia di ribellione.
Donne private dei propri figli per vergogna fino a vederli uccisi e seppelliti in fosse comuni, o sottratti e dati in adozione senza saperne la loro fine.
Donne che hanno perso la propria vita sul lavoro dalla fatica , le condizioni e lo sfruttamento.
Donne che ogni mattina si svegliano e si dividono tra i figli, la famiglia, la casa e il lavoro e in alcuni casi logorate dai turni, dove spesso manca anche il giorno di riposo.
Donne che nonostante abbiano lottato e vinto battaglie per i propri diritti come la legge sull’aborto, che ancora oggi dopo anni dalla loro attuazione, devono faticare per ottenere ciò che gli spetta di diritto.
Negli anni questa festa è stata spesso interpretata come una giornata di auguri, di mimosa e per le più dotate di “fantasia”, di una cena fuori a far baldoria o ad applaudire le prodezze di uno spogliarellista maschio, quasi a dire, sappiamo pagare anche noi per questo tipo di spettacoli, a mio avviso squallidi a prescindere dal sesso.
Non è mia intenzione criticare determinate scelte, io la vorrei ricordare questo giorno nella sua vera storia dall’inizio delle proprie origini.
Molti pensano che questa festa commemori la morte delle operaie, intrappolate nel un rogo di una fabbrica di New York, la Cotton, fatto che sembra risalire al 1908, in realtà non sono queste le vere origini, ma probabilmente si tratta di una leggenda nata negli anni successivi alla seconda guerra mondiale. L'origine risale al 28 di Febbraio del 1909 e la fu proclamata dal partito socialista americano.
Quel giorno fu fatta una grande manifestazione, in favore del diritto delle donne al voto.
Seguirono poi molte manifestazioni per la rivendicazione di molti altri diritti femminili, infatti dal novembre del 1908 al febbraio del 1909 molte donne scesero in piazza per chiedere un aumento del salario e il miglioramento delle condizioni lavorative.
Fu così che il partito socialista nel VIII congresso internazionale propose di istituire una giornata per la donna.
il 25 marzo del 1911 si verificò un grande incendio all’interno di una fabbrica di New York, la Triangle, dove persero la vita intrappolati 146 operai per lo più donne immigrate, e probabilmente questo evento generò la leggenda sulla fabbrica di Cotton.
Da quel momento aumentarono rivendicazioni e mobilitazioni femminili e in alcuni paesi Europei, come Germania, Austria e Svizzera presero vita delle giornate dedicate alla donna.
L’8 marzo in realtà ricorda quello del 1917 dove a San Pietroburgo molte donne scesero in piazza, per chiedere la fine della guerra, dando così vita alla “rivoluzione Russa di febbraio”.
Da qui le delegate della seconda conferenza internazionale delle donne comuniste a Mosca decisero di istituire in questa data la giornata internazionale dell’operaia.
In Italia si cominciò a parlare di questa festa nel 1922, le motivazioni sia politiche che di rivendicazione sociale furono più o meno le stesse.
La sua vera introduzione avvenne nel 1945, quando L’Unione Donne in Italia celebrò la giornata della donna nelle zone già liberate dal fascismo.
L’Unione delle Donne era formata da donne del PCI, PSI, Partito d’Azione, Sinistra Cristiana e Democrazia del Lavoro.
L’8 marzo del 1946 per la prima volta fu ricordato in tutta Italia e la mimosa divenne il simbolo di questa giornata, in quanto fiorisce proprio i primi giorni di marzo.
Successivamente questo giorno è diventato simbolo di rivendicazione femminile per i diritti che vanno dal divorzio, alla contraccezione fino ad arrivare alla legalizzazione dell’aborto e di difesa di tutte quelle conquiste fatte dalla donna.
Se questa festa ogni anno viene celebrata sotto questi principi, allora davvero BUONA FESTA A NOI che abbiamo deciso di combattere ancora!
Alessandra Lombardi