L'America, contro ogni previsione e aspettativa elegge il nuovo presidente, Donald Trump. Un uomo che durante la sua campagna elettorale ha dichiarato di voler smontare tutte le riforme di Barack Obama, che si è pronunciato contro l'immigrazione in maniera molto marcata a tal punto da voler proporre la costruzione di un muro al confine con il Messico. Ma non ho intenzione di discutere su quelle che potrebbero essere le esternazioni tipiche di questa ridicola campagna elettorale, ma sulla persona di Trump così come ci è stata presentata. Un uomo che ostenta ed ha ostentato la sua ricchezza, già sfoggiata con l'enorme aereo, con il grattacielo e con le numerose attività di cui è signore e padrone, dalla sua volontà di infischiarsi della salute di questo pianeta, alle sue dichiarazioni che potrebbero, se attuate, portare il popolo americano indietro di molti anni sui progressi relativi ai diritti umani e alle conquiste nell'ambito del sociale. Appare un uomo impreparato, vecchio, esuberante, ma nello stesso tempo sufficientemente potente per avere un mondo di leccapiedi al suo servizio. Le dichiarazioni provenienti dalla sua futura amministrazione ridurranno l'impegno degli Stati Uniti nella NATO, questo indurrebbe l'Europa a rafforzare in maniera autonoma la propria difesa, costringendo probabilmente i paesi dell'Unione a rivedere le politiche di disarmo frutto di anni e anni di compromessi e politica estera. Tutto questo è un segnale, un segnale di cambiamento importante, anche se le scelte americane erano ridotte a due candidati: una Clinton contraddittoria, considerando il suo passato ed un Trump che promette di restituire l'orgoglio americano ad un paese oramai in decadenza.
In realtà tutto il mondo è in decadenza, senza ideali, condotto dalla pancia, degradato culturalmente, ma che si sta riappropriando della protesta, una protesta non più ideologica, ma dispettosa, fatta di scelte pericolosamente antagoniste senza proposte alternative. Le scelte di pancia verso ciò che più si oppone al potere istituito non sono nuove nella storia dell'uomo.
C'era una volta un paese distrutto, sconfitto da una grande guerra, dove la voglia di ricominciare a vivere albeggiava dalle labbra di un uomo e che andava pian piano affermandosi nel suo ideale, un uomo che in poco tempo avrebbe rimesso in piedi il paese scacciando tutto ciò che era d'intralcio, un uomo che avrebbe non solo restituito dignità ai cittadini, ma che avrebbe a sua volta conquistato il mondo. La gente si fidò e gli dette fiducia, quell'uomo era quel pazzo di Hitler, che non a caso assomiglia molto a qualche nuovo soggetto che sta facendo capolino nel mondo.
Stefano Terraglia