Il precario della vita è colui che un bel giorno si alza e si ritrova a fare i conti con la propria sorte, alcune volte assurda e inaccettabile che cambierà ogni progetto al futuro. È quella persona stravolta nelle proprie aspettative, che inizia a fare i conti con il cambiamento repentino verso le opere incompiute.
Ascolterà voci metalliche a esporre rimedi, vedrà sorrisi costruiti di falsa comprensione o sguardi troppo patetici pieni di pena o pietà. Inizierà un cammino completamente diverso da quello che aveva sognato. Farà i conti con il cambiare del proprio corpo, del proprio essere e del proprio vivere. Avrà quelle attenzioni a volte dolciastre di chi deve dire una verità dura anche da raccontare. Dovrà convincersi che le vie sono infinite e cambiare strada, infondo, se l'obiettivo è la salute non deve fare così male, non tanto come quello che ha sentito ieri, oggi e che forse sentirà domani...ma hanno detto che si attenua.
Il corpo cambia, anche la mente e gli affetti diventano pesanti, troppo pesanti per chi sa che ha un tempo per viverli e che è consapevole che arriverà il momento in cui dovrà perderli.
Continuerà per giorni, mesi, forse anni a guardare bocche che si aprono e ascoltare parole che ogni volta divengono più afone. Incontrerà chi cercherà di convincerlo della propria comprensione, avrà sicuramente studiato per mettersi nei suoi panni, ma non è così.
Per quanto ci si possa sforzare a mettersi nei panni di un altro, non sarà mai completamente possibile.
Nessun sentimento è identico, nessuna aspettativa, nessun desiderio, nessun affetto, nessun amore e nemmeno nessun odio per la sorte.
Tutto è diverso, forse anche il concetto puro di vita.
Il precario della vita costruisce il suo castello di carte e spesso prega quel soffio di vento affinché sia magnanimo verso il proprio destino.
Alessandra Lombardi