New York - Litte Italy - 1900 |
I nostri primi italiani a migrare furono i settentrionali, tra il 1876 e il 1900 e mi riferisco proprio a quelle regioni dell'Italia che da più di vent'anni paradossalmente, hanno dato origine a partiti politici chiamati "Lega Lombarda, Lega Veneta, Lega Nord" e così via. Soltanto successivamente iniziò la migrazione dei popoli del nostro meridione, con flussi importanti, d'altronde l'Italia era una terra povera come lo sono adesso L'Africa e gran parte del Medio Oriente. Questi popoli, così come noi un tempo, giustificati dalla fame e dalla guerra, oggi disperatamente cercano di raggiungere l'Europa nella speranza di una vita migliore.
Gli Italiani migrati all'estero negli ultimi 140 anni sono stati complessivamente 29.036.000, circa la metà della nostra popolazione attuale. Abbiamo migrato in condizioni disperate, spesso da clandestini, portavamo le nostre valigie di cartone, venivamo messi in quarantena per la profilassi delle malattie contagiose e se vogliamo essere precisi abbiamo migrato anche con un bel po' di delinquenti. Negli Stati Uniti siamo stati capaci di insediare le peggiori mafie con a capo boss di prim'ordine: (Lucky Luciano, Al Capone, Frank Capone, Frank Nitti,
Frank Costello, John Gotti, Joe Masseria, Johnny Torrio, Joe Petrosino, Giuseppe Pietro Morello (Piddu), Vincenzo Mangano, Joe Profaci, Vito Genovese, Albert Anastasia, Big Jim Colosimo, Nick Gentile, Joseph Magliocco, Joseph Colombo, Joe Gallo, Carlo Gambino) e così via. Ho preso per esempio gli Stati Uniti, ma potrei fare altrettanto per altri paesi, tra cui Argentina, Venezuela, Brasile, Germania, Belgio, Francia e che più ne ha più ne metta.
Tutto questo deve farci riflettere che oggi è arrivato il momento di comprendere che la nostra Italia di un tempo non era differente dell'attuale Siria, Nigeria, Eritrea, Pakistan, Bangladesh, ecc. La nostra Italia un tempo fu reduce da un novecento fatto di guerre, carestia e povertà, così la gente fuggiva, rifugiandosi ovunque, in cerca di un lavoro, di pace e serenità. Non è escluso che fra qualche tempo, per noi italiani, si debba ripetere quest'avventura.
Stefano Terraglia
Stefano Terraglia