Foto su licenza Creative Commons Autore: Rabendeviaregia |
Trentatré morti e 25 feriti, questo è stato il bilancio della sciagura accaduta sette anni fa a Viareggio. Poco prima della mezzanotte, una fiammata proveniente dalla fuoriuscita di GPL da un vagone cisterna delle Ferrovie dello Stato, avvolse un intero quartiere uccidendo ed ustionando, devastando edifici ed infrastrutture. Riporto integralmente quanto scritto al proposito su Wikipedia invitando a cliccare qui per un meritato approfondimento.
Alle 23:48 del 29 giugno 2009, il treno merci 50325 Trecate-Gricignano, con il suo convoglio di quattordici carri cisterna contenenti GPL, deragliò per cause probabilmente legate al cedimento del carrello del primo carro cisterna, che trascinò fuori dai binari altri quattro carri. Dal primo carro, la cui cisterna venne perforata da un elemento dell'infrastruttura, fuoriuscì il GPL che saturò presto l'aria circostante incendiandosi repentinamente alla prima possibilità d'innesco (il GPL ha una densità più alta dell'aria, perciò rimase a contatto con il suolo).
I danni furono immediati e 11 persone persero la vita in pochi minuti, investite dalle fiamme o travolte dal crollo degli edifici; altre due persone vennero stroncate da infarto e decine rimasero ferite; di esse molte riportarono gravissime ustioni[4] e la maggior parte morì, anche a distanza di diverse settimane dall'evento. I due macchinisti rimasero indenni in quanto dopo aver dato frenatura al convoglio si misero in salvo dietro ad un muro che li riparò dalla fiammata del gas innescato.
Il deragliamento si verificò in corrispondenza del sovrappasso pedonale che scavalca il fascio binari sud della stazione ferroviaria, collegando via Burlamacchi con via Ponchielli. Il gas sembra essersi propagato in direzione di quest'ultima via, nella cui area si registrò infatti il maggior numero di vittime, feriti e di edifici crollati o danneggiati. Alcune abitazioni furono poi abbattute su ordinanza delle autorità comunali perché non più agibili o per costi di riparazione superiori ad una ricostruzione ex novo. Nei giorni successivi fu inoltre abbattuto anche lo storico sovrappasso ("La Passerella") per i gravi danni strutturali riportati a causa dello stress termico.
In totale si contarono 31 morti[5] (33 contando i due deceduti per infarto) e 25 feriti. I funerali di Stato ai quali parteciparono almeno 30.000 persone si tennero il 7 luglio[6] allo Stadio Torquato Bresciani per 15 vittime, altri 7 ebbero le esequie con rito islamico in Marocco.[7] Due altri decessi, avvenuti per infarto, non vennero inseriti nella lista ufficiale.