La manifestazione si è inserita nella mobilitazione europea che ha attraversato diverse città anche nel nostro Paese. Nella giornata del 7 aprile 2017, definita dall'OMS come data per celebrare la Giornata Internazionale della salute, la rete europea contro la commercializzazione della salute ha lanciato un appello per una giornata di azione europea “Our health is not for sale”
Referente per la rete europea l’Associazione Medicina Democratica Onlus, sul cui sito sono costantemente aggiornate le iniziative in Italia.
I partecipanti, cittadini e cittadine, Partiti politici, Sindacati, Comitati territoriali, Associazioni, hanno portato all’attenzione del Governo, per il tramite istituzionale del Prefetto di Firenze, la grave preoccupazione per il continuo attacco alla sanità pubblica che nel nostro Paese ha fatto sì che nel solo anno 2016 il 16,2% delle famiglie italiane ha rimandato una o più prestazioni sanitarie (fenomeno che ha coinvolto tra i 4 e gli 8 milioni di persone) e che il 10,9 % delle famiglie ha rinunciato (con 2,7-5,4 milioni di persone interessate) (Rapporto AIOP presentato a Roma il 12 gennaio 2017).
E’ questo l’effetto che i cittadini verificano quotidianamente di quanto ha denunciato nella Relazione della Corte dei Conti il presidente Arturo Marfucci di Scarfizzi: “Si è ampliato così il divario con gli altri Paesi in termini di risorse destinate alla spesa sanitaria: gli importi sono oggi inferiori della metà a quelli tedeschi e del 20% a quelli francesi.”
Aumenta invece il carico economico delle famiglie sempre più sottoposte a ticket e superticket (come in Regione Toscana con l’esoso prelievo di 10 euro per la digitalizzazione). “…è da notare l’incremento delle risorse sborsate dagli utenti per il pagamento dei ticket che aumentano del 15,2% nel biennio 2014/2015 (+ 12,6% rispetto al 2012)” (13 gennaio 2017, Rapporto Corte dei Conti, su Quotidianosanità.it).
Il taglio dei posti letto ( In Italia ne sono stati tagliati 45.000 negli ultimi 10 anni),le perdite di risorse umane per il blocco della spesa sanitaria (dal 2009 al 2015 40.464 dipendenti in meno e solo nel 2015 10.444 in meno )stanno attuando un depotenziamento progressivo del servizio sanitario. (dati Salute internazionale ,2017). Anche gli sbandierati nuovi LEA (GU 18 marzo 2017),si stanno rivelando una trappola per alcune fasce di utenti e soprattutto non sono stati finanziati in modo sufficiente (8oo milioni di euro).
Anche nella Regione Toscana il processo di smantellamento della sanità pubblica passa attraverso tagli di posti letto, chiusure e ridimensionamenti dei piccoli ospedali, chiusure e accorpamenti di distretti sanitari e consultori, esosi ticket. Le prestazioni specialistiche e diagnostiche sono state spostate verso il privato sociale, a causa delle liste di attesa, dove si possono ottenere prestazioni in tempi brevi e spesso al costo equivalente al ticket. La riorganizzazione delle zone-di
stretto appare una manovra centralizzatrice, calata dall’alto con la riproposizione delle società della salute, strutture fonti di sprechi, disservizi, burocrazia. La riforma del sistema sanitario regionale, voluta dalla giunta Rossi nonostante fossero state raccolte 55.000 firme per richiedere il referendum abrogativo della stessa, ha accorpato le ASL senza produrre alcun risparmio se non quello derivato da 2000 prepensionamenti, creando ulteriori “buchi” nel servizio pubblico: manca il personale e di conseguenza si procede con personale precario (aumentano i lavoratori interinali, a partita IVA, a tempo determinato) che peggiora la qualità dei servizi e a sempre maggiori esternalizzazioni.
Intanto enormi risorse vengono spostate verso grandi opere, come inceneritori, aeroporto, TAV, che aggiungono nocività e mettono a rischio la salute, oltre a sottrarre soldi che potrebbero essere meglio impiegati per garantire un servizio sanitario efficiente: situazione tanto più preoccupante se si tiene conto che secondo quanto pubblicato nel 2016 dall'Agenzia europea per l'ambiente, in Europa sono aumentate le morti premature per inquinamento ( 491.000 a livello europeo) di cui 84.400 solo in Italia.
Infine, forte preoccupazione deriva dai nuovi scenari che tendono a leggere il welfare come protezione degli individui e delle famiglie dalle conseguenze negative della sorte avversa (Mozione Renzi al Congresso PD) invece che come insieme dei diritti sanciti dalla Costituzione: diritto al lavoro, diritto alla salute, diritto all’abitare, diritto alla mobilità ecc.; così come a definire un “pavimento di diritti sociali accessibili a tutti, sui quali si innestano poi diritti ulteriori, costruiti con la contribuzione, individuale o collettiva…” (ibidem) riproponendo il sistema delle mutue e delle prestazioni diversificate in sanità, riportando il Paese alla condizione di 40 anni fa.
Per tutto questo con la mobilitazione di oggi vogliamo ribadire in Toscana, come in altre città italiane e europee , che la nostra salute non è in vendita e rivendichiamo:
- Centralità della prevenzione e promozione della salute in tutti gli aspetti della vita e del lavoro
- Accesso egualitario e universale alle cure
- Finanziamento adeguato basato sulla fiscalità generale
- Protezione della sanità da logiche di mercato e dalle assicurazioni private
- Necessità di servizi di cure primarie
Comitato sanità toscana
Firenze, 7 aprile 2017